Goju Ryu Karate Do

 

Anko Itosu, discepolo di Matsumura di Itosu e dei suoi allievi

Il karate nella scuola: l’insegnamento di Itosu e dei suoi allievi

L’introduzione del karate nella scuola:1901-1905

La trasformazione apportata al karate: l’educazione scolastica

Le istruzioni di Ankō Itosu: 1908

               L'emergere del karate moderno                  

E’ in gran parte attraverso Ankō Itosu che ci è giunta la tradizione dello Shuri-te, la Scuola di Matsumura.
Ankō Itosu, nato nel 1830 in una famiglia di funzionari, ricevette nel karate una prima formazione che non si conosce bene. Secondo alcuni racconti il suo primo maestro si sarebbe chiamato Nagahama, altre fonti riferiscono che si sarebbe trattato di un cinese chiamato "Channan" che, come il maestro Matsumura, era travestito da mendicante e abitava di fianco al cimitero di Tomari.
E’ verso l’età di 30 anni che Ankō Itosu diviene allievo di Matsumura. Egli affianca Ankō Asato, che era allora uno dei migliori discepoli di Matsumura, ma che è conosciuto nella storia del karate solo pecrchè fu il maestro di Gichin Funakoshi.
Matsumura dava grande importanza all’allenamento individuale. Egli istruiva i propri allievi principalmente a partire dai kata Kūshankū e Naifanchi. Si conosce ai giorni nostri sotto il nome di "Matsumura-no-Passai" l’interpretazione personale di Matsumura del kata classico "Passai" (Bassai). Anche un altro kata porta il suo nome: "Matsumura-no-Sēsan". Matsumura insegnò molti kata ai suoi allievi; la maggior parte di questi sono giunti a noi, particolarmente attraverso Itosu.
Si è visto che Matsumura si era allenato al "tategi-uchi" del Jigen-ryū in gioventù e aveva adottato tale sistema al karate. Itosu privilegiò l’allenamento al makiwara. Lo scopo di questo esercizio è di aumentare l’efficacia dei colpi di pugno, di gomito, di testa, di ginocchio, di piede ecc... L’intesità dell’allenamento di Itosu era tale che all’età di quarant’anni il suo corpo era, dicono, come una "massa di pietra". Egli sostituiva spesso il suo makiwara con un muro di pietra.
Shōshin Nagamine, maestro contemporaneo di karate, racconta:
"Il maestro Itosu legò una suola di scarpa in cuoio sulla pietra i un muro di recinzione. Ogni volta che colpiva, la pietra usciva dall’altro lato. Ripetendo l’esercizio più volte, il muro crollò...
"Quando era giovan, andò a vedere un combattimento di tori con degli amici. Lungò il cammino, un toro li caricò. Invece di schivare, Ankō Itosu si mise di fronte al toro e tirò un pugno sul muso della bestia lanciando un
kiai. Il toro barcollò, e in quel momento Ankō Itosu lo afferrò per le corna alla velocità di un lampo e lo rovesciò a terra"
Gichin Funakoshi, allievo di Itosu, riferisce i seguenti aneddoti.
"Un giorno, mentre il Maestro varcava la porta di una sala da the, un pezzo d’uomo, che si era nascosto dietro l’angolo, tirò lanciando un grido d’attacco, un pugno da dietro contro il fianco del Maestro. Anziché schivare, quest’ultimo ricevette il colpo concentrando la propria forza. Il pugno rimabalzò. L’aggressore avrebbe voluto riprendere distanza e ripetere il suo attacco, ma troppo tardi: il suo polso era afferrato e stretto nella mano del Maestro Itosu, che non si era nemmeno girato. L’aggressore, con la respirazione mozzata, sudava d’angoscia, perché la presa di Itosu era molto potente; egli era capace di schiacciare con una mano una canna di bambù grossa come un braccio. Il Maestro continuò ad avanzare verso l’interno della sala da the come se niente fosse. La sua mano continuava a stringere il polso dell’aggressore, trascinandoselo dietro. Prendendo posto ordinò da bere a una cameriera, stupita da questa scena.
"La bevanda arrivò; egli prese un bicchiere con la mano sinistra e, con la mano destra, tirò avanti l’uomo. Il Maestro Itosu vide per la prima volta il suo viso e, sorridendogli, gli offrì il bicchiere.
"Ignoro la ragione del tuo attacco, ma beviamoci prima un bicchiere".
Ecco un altro aneddoto.
"Una notte, il Maestro Itosu sentì degli strani rumori vicino alla porta. Si alzò e, avvicinandosi, scorse un ladro che stava scassinando la serratura. Il mestro lanciò un grido di attacco, il suo pugno attraversò la porta, le cui assi erano spesse un pollice, e afferrò la mano del ladro che era dall’altra parte. Costui fu immobilizzato dalla mano, che stringeva come una morsa.
Generalmente una parete di legno si rompe verticalmente o orizzontalmente, ma il colpo di un vero adepto fa un buco della forma del suo pugno".
Esistono parecchi altri aneddoti dello stesso genere di quelli che si sono riportati.
Ankō Itosu era alto appena 1,55 m., la sua muscolatura testimoniava l’intensità del suo allenamento. Si racconta che il suo torace largo e spesso assomigliava a un barile rinforzata dappertutto. Aveva 49 anni nel 1879, quando la monarchia di Ryūkyū fu abolita; il cambiamento di regime provocò una riduzione degli impieghi ufficiali (più di settemila disoccupati in un colpo solo). Egli tuttavia conservò il suo vecchio lavoro di segretario in un ufficio legato alla prefettura; il salario era molto basso, ma la situazione economica non gli lasciava scelta. Nel 1855, all’età di 55 anni, andò in pensione, lavorando occasionalmente come scrivano pubblico. Fu allora che cominciò a insegnare il karate nel giardino attiguo alla propria casa.

 

La modificazione dei kata da parte di Ankō Itosu

La formalizzazionedi Itosu e dei suoi allieviddi Itosu e dei suoi allievii Itosu e dei suoi allievi

L’introduzione del karate nella scuola:1901-1905

La trasformazione apportata al karate: l’educazione scolastica

I discepoli di Ankō Itosu

   

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